Visualizziamo due immagini nella nostra mente. La prima è quella di un bambino africano, denutrito e con prospettive di vita durissime. Guarda dritto nell’obbiettivo della macchina fotografica, e sorride.
La seconda immagine è quella di un manager. Mercedes ultimo modello, diverse migliaia di euro di stipendio al mese, due o tre case di proprietà e una famiglia ben vestita. Eppure ricorre agli psicofarmaci per dormire la notte e rilassarsi.
Sono due casi estremi di ricchezza. Da un lato c’è la povertà assoluta, dall’altro il completo benessere economico, mantra della società capitalista. Il bambino non ha accesso ad acqua potabile, mentre il manager può lasciare il rubinetto del bagno aperto per un paio di settimane, senza preoccuparsi minimamente di rimanere a bocca asciutta.
Ma non vogliamo parlarvi di sperequazione economica. Pensate a quelle due immagini. Il sorriso del bambino, e lo Xanax del manager. Nei panni di chi preferireste trovarvi?
In quelli del manager, giusto? Senza neanche pensarci due volte. Certo, intanto avremmo il benessere, che è meglio della povertà. “Se avessi io tutti quei soldi, sarei felice”. Frasi trite e ritrite, e dimostrate in gran parte false.
Gli studi sui vincitori della lotteria sono illuminanti. Don McNay fa proprio il consulente finanziario di chi ha grattato il biglietto vincente, e conferma che molti di loro si ritrovano ad essere infelici, o in bancarotta. Finiscono i loro soldi, che così come sono arrivati se ne vanno. Divorziano o addirittura arrivano al suicidio.
Catastrofico. “Forse non sono abituati al denaro” pensiamo, ma le esperienze negative portano anche il nome di persone agiate che si trovano a vincere grosse somme.
“Forse perché vincono effettivamente troppi soldi. A me ne basterebbero di meno per stare bene”. Se siete Money Surfers conoscete già la nostra risposta. Ma arriviamoci per gradi.
QUANTO SEI FELICE DA 1 A 10?
E’ dimostrato statisticamente che la maggior parte delle persone risponde 7.
Ricchi, poveri, belli, brutti, stupidi e intelligenti. 7.
Due ricercatori chiamati Fujita e Diener hanno fatto la stessa domanda a 3.608 cittadini tedeschi, chiedendo quanto la loro vita li soddisfaceva in un determinato momento, e chiedendoglielo una volta all’anno per 17 anni. Ebbene, solo il 25% dei partecipanti ha mostrato un cambiamento nel livello di soddisfazione nel corso dello studio, e solo il 9% ha mostrato un cambiamento significativo.
Questo processo ha un nome, e si chiama Hedonic Treadmill, ossia tapis roulant edonico.
L’edonismo è la ricerca del piacere, e quando sei su un tapis roulant devi faticare come un matto, senza avanzare neanche di un metro.
Afferrata l’idea?
Avanziamo nella vita, guadagniamo più denaro, abbiamo una macchina più grande, un abito su misura, una casa al mare, eppure siamo sempre lì nello stesso punto di prima. Quanto sei felice? Mah, fammici pensare un attimo… 7.
Possiamo vederlo anche come un termostato della felicità, che fissato sul grado di 7, tiene la temperatura della nostra casa sempre fissa su 7 (o su quello che è il nostro valore medio). Può succederci qualcosa di negativo, la temperatura scenderà, e allora il termostato impiegherà un po’ di tempo per riportarla al livello usuale, ma alla fine tenderà a riuscirci. E lo stesso vale per gli eventi positivi. Avere una promozione, ottenere un riconoscimento o un maggiore status sociale. Il termostato della felicità salirà nel breve periodo, ma nel lungo periodo tornerà al livello di prima.
Forse la felicità è relativa, diranno alcuni. Lo studio tedesco ha dimostrato un’altra cosa. Le persone con un livello medio di felicità più alto, hanno anche livelli di felicità più stabili rispetto a quelli con livelli più bassi.
Può essere quindi possibile trovare la chiave per una felicità duratura. Quanti eventi negativi saranno accaduti a quelle persone nell’arco di 17 anni? Eppure chi era davvero felice lo rimaneva nei momenti buoni e in quelli cattivi. Potremmo definirla una felicità zen, anche se magari molti di quei tedeschi non lo sapevano.
COME PIRATARE LA FELICITÀ
Noi però lo sappiamo, e conosciamo alcuni trucchi. Sappiamo che è dimostrato scientificamente che gli eventi esterni hanno un impatto sulla nostra felicità solo nel breve termine, e che la felicità duratura è una felicità interiore. Lo stesso vale per la ricchezza, che è come un fiume che per scorrere ha bisogno di due argini: quello materiale, finanziario, e quello del benessere spirituale. Per questo si parla della maledizione dei vincitori della lotteria, perché il denaro, che è come un flusso di energia, non può scorrere se manca uno dei due argini. E finirà quindi per esondare e creare solo danni. Vogliamo condividere alcuni metodi per raggiungere la felicità interiore. Per coltivare quella sponda del fiume, che vi permetterà di vedere il denaro scorrere attraverso di voi.
1) Innanzitutto: concentrare la nostra attenzione su carriera, benessere economico e status sociale non ci rende più felici.
2) E’ dimostrato che atti di altruismo costanti alzano il livello di felicità, e aiutano anche a limitare le azioni sconsiderate ed egoistiche compiute per provare a raggiungere una soddisfazione maggiore.
3) E’ importante essere resilienti, per mantenere stabili i livelli di felicità durante momenti negativi e avversità. Possiamo riuscirci coltivando relazioni sincere, attraverso il pensiero positivo, aiutando gli altri, condividendo, donando.
4) Le droghe non ci fanno bene, perché instaurano un meccanismo di dipendenza, in cui tornare al livello di felicità iniziale diventa impossibile senza sostanze (come un tapis roulant che scorre molto più velocemente).
5) Il segreto è capire che la vita non è un gioco a somma zero. In cui quello che otteniamo noi viene sottratto a qualcun altro. Possiamo dare e ricevere nello stesso momento, e spesso le due cose si alimentano a vicenda. C’è abbastanza felicità per tutti, se la sappiamo vedere.
6) Un altro segreto fondamentale è sviluppare un locus of control interno. Il locus of control è il baricentro della responsabilità del nostro successo o insuccesso, della nostra soddisfazione e della nostra felicità. Se è esterno a noi ci lamenteremo della nostra infelicità dando la colpa a qualcun altro o a qualche situazione estranea alla nostra volontà. Allo stesso modo attribuiremo a una nuova macchina la capacità di renderci felici. Spostando il baricentro internamente prenderemo invece coscienza del potere che abbiamo nel donare ricchezza e felicità a noi stessi e agli altri.
7) Ultima, ma non per importanza: la meditazione. E’ un’ottima pratica che coltiviamo quotidianamente, e che ci rende più felici e ricchi, in modo consapevole. Questo perché la felicità è uno stato d’animo interiore, che non deriva da una condizione materiale. E’ un benessere spirituale legato alla consapevolezza. Un benessere che, una volta raggiunto, porta alla ricchezza, interiore ed economica. In altre parole, alla ricchezza totale.
Alla prossima onda.