Come succede con le imprese, anche i Governi hanno bisogno di finanziare le proprie operazioni, e per farlo sono soliti emettere debito, principalmente tramite l’emissione di obbligazioni. Come abbiamo già ribadito in altri articoli, esistono varie tipologie di obbligazioni, ed oggi andremo ad approfondire i BOT e i BTP, due titoli di Stato italiani che dato il contesto macroeconomico potrebbero rappresentare buone opportunità nei prossimi mesi.
Qui di seguito presentiamo le varie tipologie e caratteristiche di entrambi i prodotti.
I BOT, o buoni ordinari del Tesoro, sono obbligazioni a breve termine dalla durata di massimo 12 mesi. Solitamente hanno durata di 3, 6, 12 mesi, ma esistono anche i cosiddetti BOT flessibili che hanno durate differenti, ma comunque non superiori a un anno.
Essendo dei titoli zero coupon, non prevedono alcuna cedola per gli investitori. Proprio per questo motivo vengono venduti “a sconto”, ovvero a un prezzo inferiore rispetto al valore nominale, cosicché la differenza tra il valore nominale e il prezzo di acquisto, rappresenti il rendimento lordo del titolo.
Il principale vantaggio dei BOT è l’elevata sicurezza, dovuta al fatto che sono titoli di Stato e che sono di breve durata. Inoltre, la politica fiscale italiana prevede una tassazione agevolata sui titoli italiani, che riduce l’aliquota dal 26% al 12,5%.
I BTP, o buoni del Tesoro pluriennali, sono obbligazioni di più lungo periodo, con scadenza che varia da 18 mesi fino a 50 anni. Anche loro prevedono la tassazione agevolata al 12,5%.
Ne esistono di diverse categorie:
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Come abbiamo visto quindi, la principale differenza tra BOT e BTP è la durata del titolo, che influenza anche il rendimento.
I BOT hanno una durata più breve, per cui hanno minor rischio e di conseguenza offrono un rendimento minore. Sono però molto comodi in caso si volesse investire nel breve periodo.
Di BTP invece ne esistono diversi, quindi consentono di adattarsi meglio alle esigenze di ogni investitore. In periodi di alta inflazione come stiamo vivendo negli ultimi mesi, potrebbe essere comodo avere un prodotto che ci protegga, come ad esempio i BTP€i e i BTP Italia, oppure se si volesse investire in modo più etico, si potrebbero scegliere i BTP Green che sostengono la salvaguardia dell’ambiente.
Inoltre, consentono di scegliere titoli di durata molto diversa ma in linea generale maggiori rispetto ai BOT; quindi, consentono di ottenere rendimenti più elevati dato che il capitale viene vincolato per un tempo maggiore, aumentando i rischi.
Da considerare che quest’ultimo discorso (ovvero che il rendimento di titoli a scadenza più lunga è maggiore rispetto al rendimento di titoli a scadenza più breve) è vero in una situazione di mercato normale. Potrebbe capitare, in alcuni casi particolari, che il rendimento di titoli di più lungo termine sia minore rispetto a quello di titoli a breve termine.
I BOT vengono emessi ogni mese e possono essere acquistati sia sul mercato primario che sul mercato secondario. Nel primo caso, si acquista il titolo direttamente al momento dell’emissione, tramite un meccanismo d’asta a cui solo gli intermediari finanziari possono prendere parte.
Ogni partecipante può portare avanti cinque proposte e il Ministero vende i titoli agli intermediari che propongono di ottenere il rendimento minore.
È però possibile acquistare i BOT anche nel mercato secondario sul MOT (Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato), accessibile attraverso l’utilizzo di un intermediario come un broker o una banca, e quindi accessibile anche a investitori non istituzionali.
I BTP invece, per quanto riguarda il mercato primario, si possono acquistare in due modi diversi in base al prodotto: BTP, BTP Green, e BTP€i vengono emessi tramite il meccanismo d’asta, mentre BTP Italia e BTP Futura vengono emessi nel MOT. Dopo l’emissione, vengono scambiati sul MOT come succede anche per i BOT e per altre tipologie di titoli di Stato.
In un articolo precedente è stato spiegato come si compone il rendimento delle obbligazioni (rendimento da capitale e rendimento da interessi).
Dato che il rendimento da capitale dipende dal prezzo di acquisto e dal prezzo di vendita del titolo nel mercato secondario, non è calcolabile in un esempio dato che dipende dalle decisioni individuali dell’investitore e dal periodo di mercato.
È però possibile mostrarvi il rendimento ottenibile in caso si facesse la scelta più semplice e meno impegnativa: acquistare un titolo e portarlo a scadenza.
Consideriamo prima il caso di un BOT emesso il 28 febbraio 2023 con scadenza il 14 dicembre 2023. Il titolo è stato aggiudicato a un prezzo di 97,468 che corrisponde a un rendimento lordo del 3,236%, che corrisponde al 2,633% netto.
Parlando invece di un BTP emesso il 1° novembre 2022 con scadenza il 1° maggio 2033, il rendimento lordo si attesta al 4,4%, che corrisponde al 3,85% netto.
Come si può notare, il rendimento del BTP decennale è maggiore rispetto al rendimento del BOT, proprio perché è maggiore l’orizzonte temporale e quindi è maggiore il rischio per gli investitori.
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