Fermi tutti: per una volta la saggezza popolare si rivela (almeno in parte) sbagliata.
La mancanza di sonno è stata infatti dichiarata problema di salute pubblico negli Stati Uniti, con la precisazione che il problema riguarderebbe anche molti altri paesi nel mondo.
Penserete che stiamo esagerando. E invece la faccenda è parecchio seria.
Dormire meno di 6 ore a notte aumenta infatti il rischio di mortalità del 13%. Al contrario, una buona notte di sonno, se assunta su base regolare, aumenta le performance lavorative del 34% e la creatività del 300%. Inoltre riduce del 200% il rischio di infarti e problemi legati al cuore, e aumenta del 40% la memoria. Chi dorme 8 ore a notte ingerisce 300 calorie in meno al giorno di chi dorme 4-5 ore, e non è una sorpresa quindi che la mancanza di sonno sia direttamente legata all’obesità, al consumo di zucchero, alcool e al fumo. Nonché alla depressione.
Ma fin qui potevamo aspettarcelo. Insomma, che dormire faccia bene lo sappiamo tutti, sia che razzoliamo bene o male.
Ma sapevamo che la mancanza di sonno rende anche economicamente poveri?
PIÙ SONNO = PIÙ SOLDI
Esatto: c’è una correlazione tra qualità del sonno e qualità della vita, anche in termini di soldi. Una ricerca ha dimostrato che il costo economico della mancanza di sonno è enorme. A livello collettivo, arriverebbe fino al 3% del PIL.
Sono cifre da capogiro: 411 miliardi di dollari negli Stati Uniti, 50 miliardi nel Regno Unito e 60 in Germania, con la cifra record (in proporzione all’economia nazionale) toccata in Giappone: 138 miliardi di dollari, pari al 2,92% del PIL.
La cosa impressionante è constatare quanto poco basti per generare ricchezza a livello individuale e collettivo. Passare da meno di 6 ore di sonno a notte a 6-7 ore, darebbe un’iniezione rispettivamente di 226 miliardi all’economia degli Stati Uniti, di 76 al Giappone, 34 alla Germania e 30 al Regno Unito. La ricerca non è stata condotta in Italia, ma possiamo aspettarci risultati molto simili.
IL BUSINESS DEL SONNO
Il mercato non ci mette molto a trasformare il guaio in opportunità. Per fronteggiare il problema stanno infatti nascendo business del sonno come funghi in montagna dopo una notte di pioggia.
C’è Nancy H. Rothstein, conosciuta come l’ambasciatrice del sonno. Da anni, fa innumerevoli consulenze per le più ricche aziende del mondo, su come educare i dipendenti verso abitudini positive in fatto di sonno. Sense invece è un piccolo oggetto da tenere sul comodino, che monitora il tuo sonno e ti aiuta a migliorarlo, studiando l’ambiente in cui dormi, la luce, i rumori e la qualità dell’aria, svegliandoti in base ai tuoi ritmi circadiani. C’è poi Dreem, che invia onde sonore basate sul livello di sonno in cui ti trovi, in modo da condurti senza intoppi da una fase all’altra, senza rischiare di essere interrotto o disturbato.
Questo perché il sonno è il nuovo misuratore del successo. Jeff Bezos, CEO e fondatore di Amazon, per anni si è portato una “borsa del sonno” al lavoro, e ha dichiarato che le sue abitudini a riguardo sono state ottime per gli azionisti del colosso multinazionale. Un’azienda, chiamata Aetna paga addirittura 500 dollari extra ai dipendenti che dimostrino di dormire più di 7 ore a notte. Dormiamo 4 ore a notte, compensandole con 4 caffè il giorno dopo? Se ci sentiamo più produttivi siamo completamente fuori strada.
VADEMECUM DEL BUON DORMIGLIONE
Siamo pur sempre una digital academy. E quindi vogliamo darvi una breve lista delle buone abitudini da seguire per essere ricchi e riposati al punto giusto:
- Non rinunciare al sonno durante la settimana, pensando di recuperare nel weekend: è doppiamente dannoso. Dormire più di 10 ore è infatti altrettanto malsano che dormire meno di 5.
- Se credi di essere più produttivo di notte, sappi che probabilmente si tratta solo di una credenza. E’ dimostrato che il picco della produttività si raggiunge nelle prime tre ore dopo la sveglia.
- Usa il letto solo per dormire. Abitua il tuo cervello a collegare il letto con il sonno. Non lavorare a letto, e se vuoi guardare un film fallo sul divano. In questo modo ti basterà coricarti per auto-indurti il sonno.
- Non usare telefono o computer prima di andare a letto. E’ scientificamente provato che la luce dello schermo alteri l’afflusso di melatonina, l’ormone che ci fa addormentare.
- Inizia ad andare a letto sempre alla stessa ora, e fare lo stesso per la sveglia. Abituerai il tuo corpo a settarsi su quegli orari, e se li rispetterai, svilupperai un orologio interno che ti renderà superflua ogni sveglia.
- Se non puoi ancora farne a meno, metti la sveglia per l’orario preciso in cui ti alzerai. Abituati ad alzarti appena sveglio, possibilmente sempre alla stessa ora e con alle spalle un bel bagaglio di riposo.
- Dobbiamo ricordarti che caffè, alcool e nicotina non aiutano il sonno? O che l’esercizio fisico è fondamentale, e stare tutto il giorno seduto davanti a una scrivania ingurgitando caffeina non ti condurrà tra le braccia di Morfeo la notte?
Passiamo 1/3 della nostra vita dormendo. Possiamo pensare che sia una perdita di tempo, o abituarci all’idea che farlo bene ci permetterà di dare il meglio negli altri 2/3. La ricchezza consapevole, come sempre, è nelle nostre mani.
Alla prossima onda.