E’ notizia recente che la multimilionaria star dell’Hip hop 50 Cent ha evaso l’ordine di protezione dalla bancarotta “chapter 11” americano.
Come è possibile che una Star di quel calibro che ha rendite passive derivanti da royalties e interessi su investimenti pari a 185.000$ al mese, crei un debito di 28 milioni di dollari?
Innanzitutto chiariamo che 50 Cent, al secolo Curtis James Jackson III, nato a New York, classe 1975, non è veramente andato rotto. Di fatto Forbes ha calcolato il patrimonio del rapper pochi mesi fa, stimando un valore di circa 155 milioni di dollari americani: un debito di 28 milioni di dollari non azzera sicuramente la sua fortuna.
Di fatto il “chapter 11” americano, utilizzato da compagnie come KODAK, è una sorta ammissione di incapacità, ovvero, poiché non sei in grado di pagare i creditori alla scadenza del debito, permetti alla corte di supervisionare il piano di ristrutturazione del debito, che molte volte vuol dire cercare di “tagliare il debito”. E’ uno schema differente dal “chaptert 7” dove si dichiara liquidazione, bancarotta vera.
L’ironia della situazione è che, come successo con KODAK e General Motors, non sono loro a completare il “chapter 11”, ma i creditori.
Tralasciando le cause legali verso 50 Cent da parte di Slack Audio per un deal andato male, e una denuncia per 5 milioni di dollari per una “sextape” da parte di una donna, oppure gli errori manageriali di Kodak, sono moltissime le star e multimilionare che sono andati in bancarotta. Per esempio Il Boxer Mike Tyson, che ha sperperato una fortuna pari a 400 milioni di dollari , tra tigri, macchine e cause legali. Che dire di William King, il socio di Jordan Bellford, il personaggio interpretato da Di Caprio in Wolf of Wall Street, che da LUPO della borsa americano e miliardario è stato ritrovato recentemente senza tetto, a dormire per le strade di New York.
Gli esempi sono infiniti, ma ci dimostrano una cosa, Diventare ricchi di soldi, non significa essere ricchi per sempre e nemmeno essere ricchi.
Possiamo pensare che le star della musica piuttosto che dello sport possono diventare ricche velocemente senza avere il tempo di acquisire la necessaria cultura finanziaria per gestire i propri capitali saggiamente. Ma non non possiamo affermare che Il Lupo di Wall street non abbia avuto la cultura finanziaria necessaria per rimanere benestante.
Al lupo di Wall Street mancava altro: la cultura della ricchezza interiore.
Diciamo la verità, non è difficile non scialacquare milioni di euro, non serve avere intelligenza finanziaria. Basta avere un minimo di saggezza, quella della nonna: non fare investimenti che non si capiscono e non spendere più di quello che si guadagna, cercando sempre di mettere qualche risparmio da parte.
D’altronde è quello che dicono tutti, no?
“Se avessi io un milione di euro, camperei tutta una vita”
La stessa cosa che poi succede a quelli che vincono le lotterie e si ritrovano velocemente in mezzo a più o meno tanti soldi. Le statistiche ci raccontano che la maggior parte dopo qualche mese o anno ritorna ad uno stato economico, sociale e di salute peggiore di quello iniziale.
Che dire di Markus Persson, che circa un anno fa ha venduto la sua azienda MOJNAG AB a Microsoft per 2,5 miliardi dollari, facendo arrivare il suo patrimonio personale a più di 1,2 miliardi di euro, dichiara durante una vacanza a Ibiza con gli amici “di non essersi sentito mai così isolato”.
Sembra che avere i miliardi non risolva i problemi, come suggeriva Seneca:
“Per molte persone, il raggiungimento della ricchezza non termina i loro problemi, li cambia solamente.” (Seneca)
No, non basta la cultura finanziaria, non basta la saggezza della nonna, bisogna sviluppare la ricchezza interiore.
I soldi sono un energia, sono un potere. Se arriva troppa corrente elettrica in casa, salta il contatore, c’è un cortocircuito, si bruciano le resistenze, le lampadine, gli elettrodomestici. Per poter gestire più corrente elettrica bisogna aumentare e migliorare le capacità dell’impianto elettrico, non basta avere elettrodomestici più potenti, che risparmiano di più etc..
Tutte le energie, che siano evidenti ai nostri occhi o più sottili e nascoste, vanno ben gestite. Tutte le energie influiscono non solo sulla nostra psiche ma anche sul nostro spirito.
Non c’è scampo, bisogna lavorare su se stessi, scavare in profondità, togliere la polvere, accettare i propri difetti, riscoprire i propri pregi e trovare ogni giorno una nuovo centro di gravità, a seconda delle energie che attiriamo e che vi vengono incontro.
Dicono che avere soldi è potere, ma da grandi poteri derivano grandi responsabilità, come diceva lo zio di Spider Man. Come farai a gestire queste nuove responsabilità quando arriveranno? Le pressioni psicologiche di queste reponsabilità possono essere incredibili. Quando scoprirai che con i soldi puoi permetterti tante cose, che prima non potevi, come controllerai i nuovi impulsi ed i nuovi desideri derivanti dalle nuove possibilità?
Con la logica e la ragione siamo bravi a motivare scelte passate e future. Un fumatore sa che il fumo fa male ma fuma ugualmente; un bambino sa che non deve mangiare un pacchetto di caramelle ma le mangia di nascosto ugualmente; un obeso mangia allo sfinimento per riempire un vuoto interiore anche se questo influirà negativamente sulla sua salute.
Quando cambiano le situazioni, quando cambiano i potenziali, ci ritroviamo davanti nuovi gradini, nuovi muri, nuovi buchi neri della nostra esistenza da colmare.
I soldi sono come un fiume, possono fluire solo se ci sono due sponde: quella della cultura esteriore (finanziaria, materiale, logica) e quella della cultura interiore (spirituale, psicologica, emozionale). Se una delle due viene a mancare il fiume esonderà e seppellirà di fango tutto quello che troverà nel suo cammino, sradicando gli alberi più robusti.
I due argini devono essere solidi e alti allo stesso livello.
Non possiamo più affidarci al modello occidentale del capitalismo e dell’arricchimento e neanche più solo al modello orientale della sola crescita spirituale. Il primo ci porta alle psicosi, il secondo ci porta alla fame. Solo sintetizzando i due modelli in unica via possiamo accedere ad un nuovo paradigma sano e bilanciato.
La cultura finanziaria, la cultura occidentale ci insegna ad ottenere quello che vogliamo, ma non ci insegna a capire cosa ci serve e quello che veramente possiamo gestire. La cultura spirituale, orientale, ci insegna a capire cosa ci serve veramente e a gestirlo interiormente.
Ogni qual volta otterremo qualcosa che non siamo pronti ad accettare e a gestire: creeremo uno sbilanciamento nella nostra vita. Ogni volta che non sapremo ottenere qualcosa che ci serve e a cui siamo pronti, creeremo un altro tipo di sbilanciamento.
Pensiamo alla frustrazione e all’infelicità di una Madre Teresa di Calcutta senza soldi, che non può aiutare i bisognosi, quello che lei è capace veramente di fare, la sua missione nella vita...
Pensiamo ad un Bill Gates che ritrova il suo mondo interiore nella beneficenza: cosa sarebbe successo se fosse rimasto coi soldi ma non avesse colmato quel vuoto interiore di “dare agli altri”?
Ognuno di noi ha delle capacità e dei vuoti da osservare, dobbiamo sfruttare quelle capacità e osservare quei vuoti. Ogni qual volta non sfrutteremo quelle capacità o non ci accorgeremo di quei vuoti, ci sbilanceremo, soffriremo di nevrosi, depressioni, salute precaria etc.
Costruiamo con cura le due sponde e sapremo gestire tutti i 50 cents che ci servono.
Enrico Garzotto.
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