Lo Stato non investe abbastanza e fa troppi tagli. È una lamentela giusta e sacrosanta, che rispecchia l’incoerenza del popolo italiano.
C’è un problema, infatti: gli italiani sono i primi a non investire.
In questo momento ci sono oltre 1.000 miliardi fermi a marcire nei conti correnti di anziani pensionati e giovani professionisti, nonostante gli interessi pagati siano pressoché nulli.
Forse è colpa della scarsa educazione finanziaria italiana, al 63esimo posto secondo la Banca Mondiale, dopo Camerun, Togo e Kenya. Una situazione tragicomica per una nazione che ha inventato le banche e ha scoperto come trarre profitto dagli scambi valutari.
La prima banca al mondo, nel senso moderno del termine, è stata fondata nel 1406 a Genova, città da cui nel 1156 due fratelli presero in prestito 116 Lire Genovesi scambiandole a Bisanzio per 460 Bisanzi, ottenendo un profitto al loro ritorno.
Oggi i cittadini non investono perché lo Stato non dà fiducia. Le manovre dello Stato non funzionano perché la gente poi non investe.
Un vera spirale della rovina.
BISOGNA INVESTIRE NEL FUTURO, NELLA TECNOLOGIA
È l’altro mantra che sentiamo al bar, tra l’odore del caffè e le formazioni di calcio di improvvisati allenatori con i baffi pieni di crema pasticcera.
Eppure, solo il 31% degli italiani nell’ultimo anno ha usato l’internet banking. Nei Paesi Bassi la percentuale è del 90%. Ma gli olandesi non sono marziani, Amsterdam dista da Milano poco più di Palermo.
E buttandola su Palermo, cari siciliani, capiamo i milanesi, ma voi avete un mare bellissimo… perché state in fila alla banca al posto che in spiaggia? Da quando siete diventati così masochisti?
La verità amara è che siamo sempre pronti a chiedere e pretendere il primo passo dallo Stato, dal Comune, dal vicino, dalla moglie o dal marito. Ma il momento importante è quello in cui inizieremo a fare il primo passo noi. Facendogli seguire magari anche il secondo, il terzo, il quarto.
Ci viene in mente la scena del film Forrest Gump. Una volta che Tom Hanks si mette a correre, attira migliaia di persone che iniziano a correre con lui. E come ci insegna sempre Forrest: “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”.
Ma finché non apriremo noi, quella benedetta scatola, i cioccolatini non li mangeremo mai.
LO STATO NON INVESTE NELLE AZIENDE
Tu invece lo fai?
Investire nel mercato azionario, quindi nelle aziende, ti avrebbe portato un guadagno medio circa del 10% annuo negli ultimi 10 anni (nonostante il grande crollo del 2008). Questo al posto dello scarso 1% annuo sui soldi lasciati marcire in banca, al quale si aggiunge una perdita di valore del 15% in 10 anni per chi ha lasciato i propri risparmi sotto il famoso materasso.
Chiediamo la VAR, qualcosa non ci torna.
Chi ha fatto veramente l’autogol?
BISOGNA INVESTIRE NEI GIOVANI, NELLA SCUOLA, NELL’UNIVERSITÀ: BASTA TAGLI
Verissimo. Ma quanti italiani leggono libri, magari di formazione?
Non diciamo di seguire dei veri e propri corsi di formazione, ma di leggere libri. Non stiamo parlando nemmeno di comprarli, ma semplicemente di leggerli, anche presi in prestito dalla biblioteca più vicina.
Biblioteca, che termine desueto! Adatto solo a studenti senza soldi. Ma non ci ricordiamo le emozioni provate quando abbiamo per la prima volta aperto quei vecchi volumi, un po’ ruvidi, con quel bel profumo di “polvere di saggezza”?
Tranquilli, non ci sarà Cerbero all’ingresso a sbarrarci la strada del sapere. Al massimo qualche occhialuto bibliotecario troppo impegnato a leggersi un libro per badare alla nostra goffaggine mentre entriamo, quasi imbarazzati davanti alla vastità della nostra ignoranza… ops, alla vastità dello scibile umano.
La verità è che siamo tutti ignoranti davanti a una biblioteca, quindi a morte l’imbarazzo.
L’Italia è tra i paesi al mondo dove si legge meno, e non è colpa dell’analfabetismo e neanche del bibliotecario con la frusta. È colpa della nostra pericolosissima tendenza al “lo farò domani”.
Un finale triste per lo Stato che ha fondato l’università più antica del mondo, l’Università di Bologna. Uno Stato che prima del 1500 aveva creato più università di tutti, ben 23. La metà di tutte quelle esistenti, contro le 9 della seconda in classifica, la Germania.
NON TI BRUCIA TUTTO CIÒ?
Questo non vuol essere un post distruttivo, una lamentela o un “cazziatone”, ma un doloroso calcio al tuo orgoglio. Lo senti il bruciore? Senti un po’ di indignazione? Di rabbia?
Allora ha funzionato.
Ora, resta qui ancora per poco, sublimeremo insieme questa emozione negativa e la tramuteremo in oro prezioso, per adornare le nostre vite e l’Italia intera.
Facciamo adesso il primo passo, non aspettiamo che sia qualcun altro a farlo.
Come italiani abbiamo tracciato rotte nei mari, verso nuovi mondi. Abbiamo tracciato rotte culturali, verso nuove arti e invenzioni, rotte monetarie, verso nuovi sistemi finanziari ed economici. Siamo sempre stati orgogliosi esploratori, inventori, amanti della vita e della bellezza.
Non solo show di cucina e bei paesaggi, come ci siamo fermati a pensare per troppo a lungo.
LA NUOVA ROTTA PER RISORGERE
Prendi dunque la cartina della tua vita e inizia a tracciare una nuova rotta ora, con queste 3 azioni. Non questo mese, non questa settimana, non domani…oggi!
1) Fai 1 (non 2, 1 solo) investimento, non importa quanto piccolo, quanto pazzo e quanto disinformato. Fallo. Smuovi la melma finanziaria che da troppo tempo ti blocca.
2) Apri un conto bancario totalmente online e trasferisci lì la maggior parte dei tuoi risparmi. L’altro conto se puoi chiudilo.
3) Compra 2 (non di più, non di meno) libri di formazione, non romanzi. Uno leggilo entro 7 giorni, l’altro regalalo a un amico che sai potrebbe apprezzarlo.
Se non sai con quale libro partire, puoi provare con il nostro. Ma solo se ti stiamo simpatici.
Alla prossima onda.
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