“Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo!” (Archimede)
Strategie per raggiungere il successo, tecniche di investimento consapevole, segreti svelati dai più influenti miliardari del pianeta… nel Journal di MoneySurfers.com abbiamo spesso dedicato largo spazio alla “Retta Via” che l’investitore deve seguire, se non vuole perdere tutto. Ci siamo quasi sempre concentrati sui buoni esempi da seguire e che vanno a formare, come tanti capitoli, la Summa Eclettica che illumina la via del MoneySurfer.
Eppure nella vita dell’investitore non conta solo l'esempio di successo. Infatti, se è vero che il successo altrui può essere una grande fonte d'ispirazione, non dobbiamo dimenticare che solo dagli errori capiamo quali sono le strade da evitare.
Ecco, ciò di cui vogliamo parlarti oggi è uno dei più grandi errori che commettono molti investitori. E vogliamo farlo dando voce ad uno dei Guru che da sempre hanno ispirato la nostra attività, l’uomo che prima di noi è riuscito a conciliare investimento e meditazione, fondi speculativi e amore per la natura: stiamo parlando del patron di Bridgewater, Ray Dalio.
Quando la “leva” non funziona...
Il matematico della Magna Grecia Archimede non poteva certo immaginare che la sua invenzione sarebbe finita, in un certo qual modo, nel mondo della finanza. Tutti gli investitori prima o dopo si ritrovano ad affrontare l’argomento “Leva Finanziaria”. Per dirla breve, questa famosa leva finanziaria è il livello di indebitamento aziendale (o personale) finalizzato a ottenere risorse finanziarie necessarie alla propria crescita di capitale. In sostanza, se sei un investitore e vuoi "rimpolpare" il tuo portafoglio di attività, prima o poi dovrai decidere se investire (o meno) soldi presi a prestito. Esistono svariati modi di indebitarsi: il classico mutuo bancario, l’emissione di obbligazioni, l’emissione di titoli convertibili e così via.
Ecco, la quantità di debiti che accumuli a fini di investimento va a definire la tua leva finanziaria. E proprio come un buon meccanismo di leva può essere capace di sollevare macigni, così una leva finanziaria adeguata può risollevare le sorti dell’investitore. È possibile sbagliare il calcolo della leva? Assolutamente sì. Anzi Ray Dalio sostiene che sia addirittura il più grande errore che un investitore possa commettere. Non è un caso se il signor Dalio si trovi a capo del maggiore fondo di investimento mondiale, fondato nel 1975, e che solo nel 2015 ha fruttato ben 45 miliardi di dollari lordi.
Per questo motivo, anche quando sembra andare contro corrente, il mondo della Finanza rimane tacito ad ascoltare le parole di Ray Dalio. Nel lontano 2004, infatti, dichiarò che il più grande errore dell’investitore nella gestione del proprio portafoglio sia la scelta di una leva “troppo sicura”, cioè un’esposizione debitoria non abbastanza ampia.
Se, una volta calcolato il rischio, decidi che determinate attività abbiano rendimenti più o meno equivalenti, in sostanza vuoi bilanciare nel tuo portafoglio queste attività dopo aver preso in considerazione le correlazioni tra di loro. Per arrivare a questo punto e permettere a te stesso di creare il portafoglio ottimale è necessario utilizzare una leva per sollevare le attività di rischio inferiore. Molte persone ancora confondono la leva con il rischio, ma la realtà è che facendo leva su attività a basso rischio – in modo da poter diversificare lontano da investimenti a rischio – stai di fatto riducendo il rischio.
Indebitarsi fa bene
Ma come? Abbiamo sempre parlato di investimento sicuro e consapevole e ora ce ne usciamo con l’amore per l'avventura? Magari questo è quello che stai pensando proprio adesso. Ma in realtà quello che Dalio vuole dirci in “soldoni” è questo: in fisica, se è vero che una leva troppo lunga corre il rischio di spezzarsi, una leva troppo corta non solleva un bel niente.
Per dirla in maniera più “economica”, l’idea di Dalio si basa sul fatto (universalmente riconosciuto) che attività a basso rischio hanno interessi – e quindi ricavi – inferiori. In pratica se vuoi l'investimento sicuro, devi anche accontentarti di un "premio" più modesto. Di conseguenza, in presenza di tali attività che hanno una maggiore sicurezza, aumentare la propria leva, chiedendo a prestito del denaro ed investendolo, non rappresenta un maggiore rischio: certo, la posta in gioco è più alta a quel punto (quindi un individuo avverso al rischio potrebbe non essere d'accordo), ma la percentuale di rischio in realtà è assolutamente uguale.
Che poi è un po’ come puntare una somma elevata su una partita di calcio dove l’esito è quasi scontato. Rischi, sia chiaro, ma il rischio è valutato, non stai mica giocando alla lotteria.
Possiamo vedere lo stesso concetto da un’altra angolazione. Durante il secolo scorso i mercati azionari (in generale) hanno fruttato, tra alti e bassi, un interesse medio dell’11,4% annuo, mentre il mercato dei titoli di Stato (titoli a 10 anni) hanno fruttato in media il 5,2%, cioè meno della metà. Questo è logico, dal momento che i titoli di Stato sono (o meglio dovrebbero essere) più sicuri delle azioni. Ebbene, supponiamo che tu abbia 100 mila euro, divisi equamente tra azioni e titoli (dunque 50 mila in azioni e 50 mila in titoli), il ricavo medio del tuo portafoglio a livello di interesse è 8,3% annuo.
Ora, se prendi a prestito altri 50 mila euro da investire sui titoli di Stato, stai aumentando la tua leva (più debiti) su attività a basso rischio. Il ché, come effetto finale, ha quello di innalzare i ricavi complessivi del tuo portafoglio, senza aumentare il rischio. Paradossalmente potresti raggiungere lo stesso livello di profitto del mercato azionario (quello con l'interesse maggiore), indebitandoti ed al tempo stesso abbassando il rischio. Non smetteremo mai di ricordarti che in finanza esistono due tipi di debito: quello buono e quello cattivo. Ecco, questo è uno di quei casi in cui si parla di debito buono, cioè finalizzato ad avere un flusso di ricavi futuro.
Cogli il titolo quando è il momento!
Questa strategia ovviamente non è valida per tutti i mercati e, di conseguenza, per tutti gli investitori. Infatti, come avrai intuito, il ragionamento di Dalio è efficace in tutti quei casi in cui si è in presenza di strumenti finanziari ad interesse fisso (come per l’appunto i titoli di Stato): cioè tu compri strumenti finanziari dove il rischio è fisso e ben definito. Al contrario, comprare azioni ricorrendo al debito potrebbe spingerti verso un “campo minato” e costringerti, alla lunga, a vendere le tue azioni con perdite non indifferenti.
Non solo, è anche necessaria un’ulteriore riflessione. Come spesso spieghiamo nei nostri podcast, il mondo sta vivendo un momento di grande abbondanza (alla faccia della crisi!). Si sa, quando c'è un eccesso di beni, i prezzi di abbassano e di fronte a questa prospettiva di deflazione, la risposta delle banche centrali è stata quella di abbassare i tassi d’interesse sui titoli. Perché? Perché così i titoli di Stato risultano meno appetibili e la maggior parte dei soldi viene destinata ai consumi piuttosto che ai titoli. Ad oggi infatti, la maggior parte dei titoli di “buona qualità”, promette un interesse inferiore all’1% ed alcuni hanno paradossalmente (per la prima volta nella storia) un interesse negativo.
Dinanzi a un simile contesto, se riesci a trovare un titolo del Tesoro con interessi convenienti (sempre che lo Stato in questione non stia rischiando il default), la strategia di Ray Dalio si rivela essere la migliore fra tutte. Ma come sostiene il patron di Bridgewater, la gran parte degli investitori, quelli che seguono la massa e le regole preconfezionate, continueranno a commettere sempre lo stesso, grande errore.
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