“Mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa.” (Andrea Pazienza)
C’è un timore che più di altri smorza l’iniziativa verso il successo ed è la paura di sbagliare e pentirsene. Sacrosanta paura, direi, visto che ti permette di agire secondo un metodo e senza essere incosciente. Ho sempre pensato, infatti, che la differenza tra l’uomo di successo e l’uomo medio non sia l’assenza di paura, ma la determinazione, la voglia irremovibile di sfidare l’incerto.
Se sei un nostro lettore abituale sai già che tratto spesso questo argomento. Per esempio ti ho già spiegato come evitare gli errori seguendo la strategia di Charlie Munger e il decision making di Warren Buffett. Ora potresti chiederti: è il caso di avere un piano di riserva? Ti risponderà Elizabeth Holmes, protagonista questa settimana de Gli 8 Segreti dei Miliardari!
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Tutte le uova in un paniere
L’università americana di Stanford è celebre per i discorsi motivazionali tenuti dai più grandi imprenditori del mondo. Ed è proprio dalla Business School di Stanford che arriva la risposta alla mia domanda:
Io penso che nell’esatto momento in cui prepari un piano di riserva, stai ammettendo a te stesso che il primo piano fallirà. (Elizabeth Holmes)
Senza se e senza ma, la fondatrice di Theranos esclude rigorosamente la possibilità di tornare indietro. Opinione discutibile? Senza dubbio, ma ci sarà un motivo se una ragazza di 32 anni si trova a capo di un’azienda valutata 9 miliardi di dollari! Elizabeth, infatti, dopo aver abbandonato gli studi (proprio a Stanford!), si è dedicata anima e corpo al proprio progetto, realizzando Theranos: una tecnologia medica capace di effettuare analisi e test del sangue senza bisogno di prelievi.
Conosco bene la società in cui ti trovi, perché è quella in cui sono nato e cresciuto anche io. Ti hanno sempre spinto a credere che avere un piano di riserva sia la migliore strategia: cosicché se qualcosa va male puoi dedicarti ad altro. Ma la VERITÀ è che questo è il miglior modo di disperdere la propria attenzione, abbassando le probabilità di successo.
Ci tengo subito a precisare che non sto parlando male del multitasking: anzi portare avanti diversi obiettivi, affiancare al proprio lavoro delle attività secondarie, imparare ad essere una holding umana è una delle strategie che ho sempre sostenuto.
Ma qui il discorso è diverso: se hai un obiettivo primario, DEVI concentrare le tue energie su quell’obiettivo. Che poi, guarda caso, è uno dei tanti segreti di Warren Buffett (eccolo che ritorna!). Buffett, che per 40 anni ha ottenuto un ROI (Return on Investment) annuo pari al 21%, si è sempre limitato a 2-3 investimenti per anno! Sai perché?
“Metti tutte le uova in un paniere, ma guardalo attentamente.” (Warren Buffett)
Ecco perché! Il mondo della finanza e degli investimenti in generale ci invita da sempre alla diversificazione. Invece l’investitore leggendario di Omaha ci insegna l’esatto opposto. E la realtà dei fatti gli dà piena ragione.
Non avere un piano B non significa neanche andare a gambe all'aria in caso di fallimento. Infatti concentrandosi e affrontando le varie avversità sul cammino del nostro obiettivo primario si diventa più forti, più pazienti, più sicuri delle proprie capacità. Questo ci permette di ripartire. Non Aver un piano B significa avere fiducia in noi stessi e sapere che saremo sempre pronti a ripartire...anche se adesso non sappiamo ancora come, perchè adesso non è il lì il nostro focus, ma nel fare bene quello che stiamo facendo.
3 mosse per dire addio al piano B
Immagino tu ora ti stia chiedendo come mettere in pratica queste belle parole. Infatti non basta svegliarsi una mattina e dire: “Da oggi mi dedico a questo!” per fare la differenza. Esistono piuttosto 3 passi da seguire dalla scelta dell’obiettivo al suo raggiungimento.
Noi di MoneySurfers.com lo diciamo sempre nei nostri corsi e non ci stancheremo mai di ricordarti che l’unica vera moneta che ti rende ricco è il TEMPO. Spenderesti mai dei soldi per un prodotto che non ti interessa? No! Ecco, allo stesso modo non devi sprecare il tuo tempo per ciò che non è prioritario. Anzi la prima mossa è proprio questa:
1) Medita sulla priorità
Dedica del tempo alla comprensione di cosa è REALMENTE importante, fanne il tuo obiettivo da raggiungere. Quante volte ti sei ritrovato a “ripiegare” su scelte non ottimali? Sfortuna? No, non c’entra la sfortuna, almeno non del tutto. Questo succede per lo più quando sei confuso sulle tue priorità. Puoi iniziare dedicando ogni giorno 10, 20, 30 minuti del tuo tempo ad una sana e sincera conversazione con te stesso. Ricordati che non vuoi tornare indietro!
2) Lavora sulle probabilità di (in)successo
Conclusa la fase “meditativa”, DEVI agire attuando le migliori strategie. Un metodo pratico che potresti attuare il Pre-Mortem Process consigliato da Aaron Steed (a da Charlie Munger): considera cosa può remare contro il tuo unico piano e eliminalo prima che sia troppo tardi.
3) Applica la regola dell’80/20
Sapevi che l’80% dei tuoi risultati è determinato dal 20% delle tue azioni? Sì, è scientificamente provato e si chiama principio di Pareto: in parole povere, su cinque azioni che compi, ce n’è una che determina la gran parte del risultato, se non tutto. Immagina come aumenterebbero i tuoi risultati se ti concentrassi solo sulle azioni che rientrano in quel 20%. Un consiglio pratico ce lo dà Ryan Simonetti (cofondatore di Convene) che ogni mattina si pone la stessa domanda:
Qual è l’UNICA azione che devo compiere oggi per aiutare la mia azienda a raggiungere il suo UNICO obiettivo, cosicché tutte le altre azioni non siano necessarie?
Come vedi, la scelta “minimalista” di focalizzarsi su un unico piano, senza avere piani B, si ripercuote anche sulla scelta delle azioni da compiere. Questa si chiama pareto-efficienza e se segui attentamente quello che ti ho consigliato diventerà uno stile di vita senza che tu te ne accorga.
Adesso non ha più scuse per perdere altro tempo. Da domani, anzi, da oggi fai una promessa a te stesso: abbraccia l’obiettivo che hai nel cuore, abbandona la catena del “se va male…” e fai del tuo piano il migliore dei piani possibili. E l’unico.
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