“Scegliete un lavoro, scegliete una carriera. Scegliete un mutuo ad interessi fissi, scegliete una prima casa.” (Trainspotting)
Studiare sodo, trovare un lavoro, comprare casa e aspettare la pensione… Quest’originale introduzione del film Trainspotting è celebre non solo per lo stile, ma soprattutto perché rappresenta la misura del successo a cui la nostra società ci ha abituati sin dalla tenera età.
Colpa dei nostri genitori, dei nostri nonni? No, o almeno non del tutto. Dobbiamo infatti tener presente che la società è un organismo in continua evoluzione e i fattori che un tempo determinavano il successo e la soddisfazione dell’Individuo oggi sono considerati obsoleti o addirittura sbagliati. Il nuovo millennio ha portato con sé dei cambiamenti, compresa la crisi finanziaria, e questi cambiamenti rappresentano il terreno fertile in cui il seme del Moneysurfer può germogliare. Uno di questi cambiamenti sta nel modo di concepire la proprietà.
Una generazione di affittuari
Trent’anni fa decidere di non accendere un mutuo per acquistare la casa, quando se ne aveva la possibilità, sarebbe stato considerato (se non folle) quanto meno discutibile. Oggi invece – complice la crisi, mista ad una nuova consapevolezza della Ricchezza – scegliere di “non possedere”, decidere di non indebitarsi a vita per avere un tetto sopra le testa, rappresenta una scelta apprezzabile ed inoltre l’unica che possa concederti un successo fatto di libertà e non di vincoli.
Un numero sempre crescente di giovani decide di non comprare più casa e nemmeno l’automobile. Anzi, questa generazione di millennials non compra proprio nulla che sia costoso e vincolante. Preferisce spendere denaro in viaggi, corsi di formazione, cura personale. Insomma il focus dell’investimento si è spostato dal capitale fisico al capitale umano, dall’Avere all’Essere. All’economia del possesso si preferisce la Sharing Economy e al mutuo di quarant’anni si preferisce l’affitto (spesso in coabitazione). Non è un caso che questa generazione di nuovi ultratrentenni sia stata definita in America Generation of Renters, ossia generazione di affittuari.
I nuovi Valori dei millennials
Ma quali sono le motivazioni dietro questa scelta? Sicuramente non è solo il bisogno di risparmiare a spingerci verso parametri di vita totalmente differenti. Le ragioni sono ben più profonde e legate a dei Nuovi Valori, che rendono questa generazione differente rispetto a quella degli anni ’50 o ‘60.
1) il Valore della Libertà
Chi l’ha detto che non trovarsi in prigione significhi essere liberi? Ci si può sentire prigionieri delle proprie abitudini, di un determinato spazio geografico e persino delle proprie certezze quotidiane. Possedere qualcosa di fisico da un lato può far aumentare il tuo senso di stabilità, ma dall’altro fa diminuire quello della libertà. E l’Uomo ormai ha superato la fase della stabilità: abbiamo un disperato bisogno di novità ed esperienza. Viviamo nell’epoca in cui si cambia lavoro da un momento all’altro, in cui non si cerca più lo stipendio fisso ma si rincorre la libertà finanziaria. Desideriamo il costante cambiamento, ma solo chi è davvero libero può "viaggiare leggero" e dare una svolta alla propria vita.
2) Il Valore della Condivisione
Le persone di successo ormai non comprano, noleggiano. Anzi, prendono addirittura a prestito. Hai in mente un’idea e vuoi crearci una start up? Non c’è momento migliore: non hai nemmeno bisogno di grossi risparmi perché esiste il crowdfunding. Attraverso il crowdfunding la persona che prende a prestito il tuo denaro non fa di te solo il suo creditore, ma ti rende partecipe della sua Visione. A poco a poco, stiamo finalmente capendo che la condivisione talvolta può essere, al di là dell’etica, molto più efficiente del possesso.
3) il Valore del Network
Sempre rimanendo nel tema dell’esperienza, pensi che la gente sia più interessata a sapere ciò che hai comprato o quello che hai vissuto? Il networking arricchisce la nostra vita e ci regala molte opportunità inaspettate, ma è necessario concentrarsi sull’aspetto esperienziale e non solo materiale della vita. Il motivo è molto semplice: chi ci circonda ha fame di conoscere ciò che non ha ancora vissuto. Pensi che la gente sia più interessata alla cilindrata della tua auto sportiva o al tuo ultimo viaggio in Amazzonia? E ricorda, anche le esperienze negative possono trasformarsi in una buona storia da raccontare, le cose materiali no.
4) Il (nuovo) Valore del Possesso
Il possesso in sé e per sé ha concettualmente perso rilievo. Siamo giunti alla conclusione che “comprare” non ci rende sempre felici. Anzi, quando compriamo qualcosa di molto costoso, iniziamo sin da subito a preoccuparci delle sue condizioni, dell’eventualità di un furto o un danneggiamento. Per non parlare del deprezzamento, come è naturale che sia. Come vedi l’esperienza è ciò che in fondo conta: non scenderà mai di prezzo e nessuno potrà rubarla.
Con tutto questo non vogliamo dirti di non comprare più nulla e vivere all’avventura. Se sei un nostro lettore abituale sai bene che la filosofia MoneySurfer è acquistare ciò che è bello e ciò di cui si ha davvero bisogno. Il messaggio di oggi è un invito a non essere schiavo delle cose, per quanto possano essere belle. Il punto è semplice: comprare significa scambiare il tuo tempo – che hai impiegato per guadagnare – con qualcosa di materiale. Chiediti sempre se ne vale davvero la pena. Chiediti sempre se quell’oggetto vale il tuo tempo, la tua esperienza, la tua vita.
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