Se mi chiedessero quale argomento oggigiorno suscita maggiormente l’attenzione della rete, ad occhio e croce direi le mirabolanti storie di successo nate dal nulla. Il successo di coloro che danno un calcio alla vecchia vita. Quelli che una mattina si svegliano, rassegnano le dimissioni, si “mettono in proprio”… e diventano ricchi.
Fine della storia. Un quadro perfetto, no? Quasi quasi, se non c’è altro da aggiungere, finisco l’articolo qua e ci si vede settimana prossima. Tanto ormai, a quanto pare, basta leggere un libro o guardare un tele-motivatore per diventare uomini di successo.
Eppure c’è qualcosa che non quadra. Se tutto ciò fosse vero, dovremmo vedere gente ricca e felice dietro ogni angolo. Ma così non è!
Dove abbiamo sbagliato? Come siamo arrivati a riempirci la bocca di promesse fatte a noi stessi e che puntualmente disattendiamo? La differenza, come sempre, è nel metodo che usiamo per raggiungere l’obiettivo. Non il “cosa”, ma il “come”… Quel famoso mare che sta in mezzo fra il dire e il fare, caro lettore, è la preparazione al successo!
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Hai presente il giovanissimo Bill Gates, che costruisce un computer nel suo garage? Ecco, siamo tutti abituati ad immaginare Gates come un genietto scatenato che nell’arco di una notte inventa il PC. Quello che magari non sai è che dall’anno di lancio di Microsoft al momento del successo passarono più di 10 anni: più di 10 anni fatti di programmazione, codice dopo codice. Steve Jobs, fondatore della Apple, ha avuto un percorso ancora più travagliato prima di giungere al successo: pensa che fu espulso dall’azienda da lui stesso fondata! Lo stesso discorso si potrebbe fare per mille altre aziende e per moltissime persone che (apparentemente) lasciano il lavoro da un giorno all’altro.
Siamo abituati a vedere il “lato bello” del loro successo, ignorando che dietro le loro storie si cela un dark side fatto di fatica, dedizione e COMPETENZE. Hai presente un iceberg? Ecco, la punta dell’iceberg è il successo, mentre la montagna di ghiaccio sottostante è la preparazione: una persona che ti indica la punta dell’iceberg, senza spiegarti cosa c’è sotto, è solo un profeta dell’incoscienza.
Bada bene, non sto qui a dirti di non inseguire i tuoi sogni. Se sei un mio lettore abituale, sai già che non è nel mio stile. Perciò ti dico: insegui le tue passioni, ma prima dai un’occhiata al portafoglio, perché il conto può essere molto salato…
Quanto salato? Dipende. C’è chi avrebbe potuto comprare una casa con i soldi spesi nella ricerca della libertà. Non mi credi? È la storia di Yann Girard, imprenditore, speaker e blogger, che qualche anno fa decise di abbandonare il “posto fisso” in azienda.
Ho lasciato un lavoro ben pagato due anni fa ed ho iniziato a viaggiare per inseguire i miei sogni. Beh non proprio… il primo anno mi è servito a capire quali fossero i miei sogni. E dopo più di due anni mi resta ancora qualche dubbio!
In questo articolo, scritto di suo pugno, Yann ci tiene a precisare che non è pentito della scelta. Ma ti dice ciò di cui nessun profeta dell’incoscienza osa parlarti: IL COSTO della tua scelta.
Per ottenere la libertà ho sacrificato un lavoro che in due anni mi avrebbe fruttato circa 200 mila dollari.
Perché Yann Girard ci racconta tutto questo? Perché è geloso della sua libertà? Vuole distoglierti dall’obiettivo? No, il percorso seguito da Yann è costellato di piccole (e dure) verità che si rivelano lungo il cammino verso la libertà e lui ha deciso di condividere la sua esperienza. Quali sono queste verità?
Lo so, noi siamo quelli de “La Felicità fa i Soldi”. Eppure, se è vero che i soldi non fanno la felicità, quantomeno ti fanno arrivare alla fine del mese. Ora, abbandonato l’allettante stipendio che arriva ogni 27 del mese, tu non sai quando sarai pronto a guadagnare nuovamente grazie alle tue passioni. Ammesso che queste passioni siano ben chiare.
A meno che tu non voglia limitarti a guadagnare poche centinaia di euro, gestendo un blog (cosa che non ti permetterebbe di vivere, figurati viaggiare!), devi ASSOLUTAMENTE dedicarti a qualcosa per cui sei davvero portato e rientrare nel top del top. Se offri consulenze su skype, assicurati di rientrare tra i migliori consulenti per quel settore. Se il tuo sogno è scrivere, non basta il sogno, devi offrire contenuti di qualità ai tuoi lettori. Ami la fotografia? Comprare una reflex non farà di te un fotografo!
Allora che si fa? Bisogna essere già ricchi per cambiare vita? Bisogna vincere alla lotteria?
No, tutto ciò che devi fare è piantare dei semi. Piantare dei semi quando hai ancora la sicurezza di uno stipendio ed aspettare che crescano. Quando potrai godere dei frutti i ciò che hai piantato, allora sarà giunto il momento di cambiare vita.
Vuoi fare il travel blogger? Non puoi iniziare viaggiando, spiacente. Prima devi imparare a costruire (come si deve) un blog. Vuoi vivere di trading? Che senso ha licenziarti se prima non hai imparato una strategia di investimento? Noi di SurfingThePips® ne sappiamo qualcosa!
La frase di Bergson che ho scritto più su, non è buttata lì a caso. Avrei potuto scegliere molti altri aforismi per dire la stessa cosa, ma ciò che più mi ha colpito è il verbo “maturare”. Cambiare è maturare. Solo la maturazione dà una dimensione fisiologica al cambiamento.
La verità è che siamo affascinati dai grandi cambiamenti, nonostante questi siano tanto grandi da farci paura.
Il cervello, dinanzi alle grandi sfide, attiva l’amigdala, la parte del cervello che ci fa percepire la paura. Se la sfida viene percepita come qualcosa che va al di là delle nostre capacità, la paura ci paralizza e ci arrendiamo, provando un senso di frustrazione. (Dr. Robert Maurer)
Ed è così che viviamo la romantica spinta verso il superamento di noi stessi, con lo struggimento perché non crediamo di potercela fare.
Se procediamo a piccoli passi, il meccanismo della paura agisce in misura minore e permette al cervello di abituarsi ai piccoli cambiamenti.
Ormai direi che il concetto è chiaro. Lo stesso Maurer riassume la sua tesi in 3 preziosi consigli:
So cosa stai pensando. Non è il tipo di storia di successo che sei abituato a leggere nei blog o guardare in TV. Non è il mirabolante susseguirsi di vicende coraggiose, degne di un film hollywoodiano. Eppure, tolti rarissimi casi fortuiti, è l’unico modo per ottenere il successo con metodo. Quel successo che noi di MoneySurfers.com da sempre cerchiamo di diffondere. Il successo che non ti promette 2000 euro al mese dopo due giorni. Noi non crediamo nella bacchetta magica: sappiamo che i soldi possono lavorare per noi, ma dobbiamo essere noi a gestirli con coscienza. Noi diciamo addio al mondo del lavoro, ma lo facciamo con stile... e senza fretta!
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