Le 5 migliori cryptovalute su cui investire nel 2023


CRIPTOVALUTE

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06 luglio 2023

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5 minuti di lettura

Cosa leggerai in questo articolo

Le cryptovalute hanno fatto parlare molto di loro durante il 2021, anno in cui questo mercato ha raggiunto una vera e propria bolla. Tuttavia, seppur questa bolla sia scoppiata, le cryptovalute esistono tutt’oggi, e possono rappresentare ancora una grande opportunità, in quanto la grande volatilità che le caratterizza può essere sfruttata dagli investitori più propensi al rischio.

Qui in seguito abbiamo composto una lista delle cinque migliori cryptovalute che riteniamo sia fondamentale conoscere per iniziare a muovere i primi passi in questo mercato, che può essere parecchio complicato e aleatorio per i nuovi investitori.

Bitcoin (BTC)

Definito il re delle crypto, Bitcoin è la prima cryptovaluta inventata. Il progetto nasce il 31 ottobre 2008, quando Satoshi Nakamoto (inventore anonimo a cui è attribuito questo pseudonimo) pubblicò il white paper di Bitcoin, presentandolo come un metodo di pagamento elettronico peer-to-peer

Bitcoin è un progetto decentralizzato che consente di tracciare le transazioni digitali, che vengono verificate da una serie di validatori (i miners) e successivamente aggiunte alla blockchain e quindi rese immutabili. La blockchain permette l’aggiunta di un nuovo blocco ogni dieci minuti circa, e affinché ciò avvenga è necessaria della potenza di calcolo, ovvero dei computer che svolgono calcoli per validare le transazioni. Originariamente i miners erano solo individui appassionati di tecnologia che credevano nel progetto, oggi invece esistono vere e proprie aziende che si dedicano al mining delle cryptovalute. Le nuove monete emesse vengono distribuite ai miners per compensare il loro contributo alla rete.

La principale differenza di Bitcoin dalle monete fiat è che non vi è alla base un governo o una banca centrale che faccia da garante e che possa modificare l’emissione di nuova moneta. Le maggiori valute globali (come euro, dollaro americano, ecc.) sono soggette a nuove emissioni, che consentono alle banche centrali di intervenire nell’economia tramite politiche monetarie espansive o restrittive, che sono l’arma principale per controllare l’inflazione.

Con il Bitcoin ciò non accade: l’emissione di nuovi Bitcoin è stabilita dalla tecnologia della cryptovaluta stessa, che è stata programmata per raggiungere l’emissione massima di circa 21 milioni di Bitcoin. L’emissione è basata sull’halving, ovvero sul dimezzamento della quantità di moneta emessa ogni quattro anni. Ciò consente alla moneta di subire sempre meno inflazione con l’avanzare del tempo. 

È inoltre visibile come ciclicamente, dopo ogni halving, si presenta un periodo di bull market, in cui il prezzo della valuta sale notevolmente per poi crollare dopo un anno e mezzo circa. Questo periodo di bull market è sicuramente dovuto al dimezzamento della produzione di nuovi Bitcoin che fa ridurre l’offerta portando quindi ad un aumento di prezzo a parità di domanda. Inoltre, poiché il mercato è consapevole del fenomeno dell’halving, ciò che si verifica in contemporanea è un aumento della domanda da parte di investitori retail, che attratti dai potenziali guadagni decidono di investire nella valuta così da portare l’intero mercato in una bolla. 

Vi sono però delle riflessioni da fare prima di investire in questa tecnologia:

  • Il primo che ritengo doveroso fare, è che nell’era moderna non potrebbe esistere un mondo con solo Bitcoin. Le banche centrali svolgono un ruolo fondamentale nell’economia grazie ai loro interventi, e lo si è notato bene nel 2020 a causa del covid e tutt’oggi: le banche centrali hanno sostenuto l’economia durante il covid iniettando nuova liquidità, ma ciò ha generato inflazione che ora stanno cercando di abbassare tramite un rialzo dei tassi di interesse. Negli USA si sono già visti miglioramenti relativamente all’inflazione durante il 2022 e inizio 2023.
  • La seconda riflessione è che in molti considerano il Bitcoin come l’oro digitale, ovvero come un bene rifugio che a causa della sua limitatezza (soprattutto ipotizzando un periodo futuro in cui le nuove emissioni di Bitcoin saranno ancora minori rispetto ad ora) risulta essere un bene che mantiene e accresce il suo valore nel tempo. Ciò che però bisogna tenere a mente, è l’importanza che l’oro ha avuto durante la storia umana. Fin dall’antichità l’oro è stato considerato come bene prezioso e merce di scambio, per cui il paragone regge poco rispetto ai quasi 15 anni di storia di Bitcoin. Inoltre, il prezzo dell’oro risulta tutt’oggi stabile, mentre il Bitcoin non ha ancora raggiunto una stabilità tale da permettergli di essere considerato un bene rifugio (anzi, spesso risulta correlato positivamente con titoli e indici tecnologici, come il Nasdaq).
  • Ultima criticità è che il sistema di Bitcoin produce molto inquinamento. In un mondo dove gli investimenti ESG sono preferiti da fondi e banche, questo è un punto da considerare. Il sistema basato sulla proof of work richiede una notevole capacità di calcolo, che si traduce in numerosi computer in giro per il mondo a lavorare affinché il sistema continui ad andare avanti. 

 

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Ethereum (ETH)

Ethereum è invece da molti considerata la regina delle crypto, in quanto è la seconda cryptovaluta per capitalizzazione. Inventata da Vitalik Buterin e rilasciata nel 2015, è una piattaforma decentralizzata del web 3.0 per la creazione e la pubblicazione peer-to-peer degli smart contracts, ovvero di contratti intelligenti. 

A differenza di Bitcoin, Ethereum è una piattaforma che ha un’utilità ulteriore rispetto al solo scambio di valore tramite una moneta virtuale. La cryptovaluta usata dalla piattaforma è Ether (chiamato anche Ethereum nel linguaggio comune), che è necessaria per il pagamento delle commissioni (chiamate gas fee) quando vengono creati degli smart contracts o quando vengono effettuati pagamenti peer-to-peer.

Su ogni blocco della blockchain, è possibile scrivere del codice per programmare gli smart contracts, che consistono in vere e proprie applicazioni decentralizzate con le quali gli individui possono interagire. Più smart contracts possono essere uniti per formare delle vere e proprie applicazioni decentralizzate (chiamate DApp).

Importante considerare che negli scorsi mesi il protocollo Ethereum ha effettuato il Merge, ovvero un passaggio da proof-of-work a proof-of-stake, che rende differente la modalità di validazione dei blocchi. Grazie alla proof-of-stake si riescono anche a superare le problematiche ambientali che Bitcoin ancora presenta, rendendo Ethereum, se vogliamo, un investimento green (a discapito però di un po’ di decentralizzazione). Inoltre, grazie a questo cambiamento, l’emissione di nuovi Ether viene ridotta notevolmente e buona parte dei token pagati ai miners vengono bruciati, portando la cryptovaluta ad essere molto meno inflattiva, se non addirittura deflattiva.

La commistione tra la maggior popolarità che stanno assumendo gli smart contracts e il passaggio a proof-of-stake, rende Ethereum un investimento molto interessante, in quanto si presenta come un ecosistema che consente la creazione di diverse piattaforme. 

Un limite del progetto Ethereum è che in caso di saturazione del network le gas fees diventano importanti poiché i miner procedono prima con le transazioni che pagano maggiormente rispetto a quelle di piccola entità. Tuttavia, sono in corso dei miglioramenti della piattaforma che permetterebbero una riduzione delle gas fees.

Tether (USDT)

Theter non è considerabile a tutti gli effetti una cryptovaluta, ma è una stablecoin, ovvero una moneta virtuale il cui andamento di prezzo è legato a quello di una valuta fiat, in questo caso il dollaro americano (USD).

Lo USDT viene offerto dalla azienda Theter Limited, che attraverso un report periodico dichiara di avere dollari statunitensi sufficienti a coprire ogni USDT in circolazione, consentendo quindi di mantenere il cambio 1:1. Tuttavia, bisogna considerare che, un po’ come fanno le banche, anche Theter dispone di quei dollari per effettuare alcuni investimenti e prestiti, che devono però essere ben gestiti, altrimenti si rischia che questo controvalore venga meno, portando alla perdita del cambio fisso con il dollaro. Theter Limited ha accettato di sottoporsi a un audit da parte di una società di revisione indipendente per verificare che vi sia una effettiva copertura delle monete messe in circolazione. 

Tuttavia, USDT rimane la stablecoin più capitalizzata al mondo e la terza nel mercato crypto con circa 83 miliardi di $ di market cap.

Non rappresenta di per sé un investimento dato che mantiene il prezzo ancorato al dollaro, ma conoscere e usare le stablecoin può essere notevolmente utile sia per spostare liquidità più velocemente tra propri wallet e account sugli exchange, sia per sfruttare alcune piattaforme di CeFi e DeFi che consentono di ottenere una rendita dalle stablecoin. Tuttavia, bisogna tenere bene a mente i rischi delle stablecoin, soprattutto il rischio della controparte, ovvero Theter Limited in questo caso, che porta sicuramente meno garanzie rispetto alla Banca Centrale Europea o alla Federal Reserve che emettono euro e dollari americani.

Binance Coin (BNB)

BNB è la moneta dell’exchange Binance, uno degli attuali leader del mercato. Ciò che ha fatto Binance è molto più di una semplice coin: hanno infatti creato la Binance Smart Chain (BSC) che offre svariati servizi tramite l’utilizzo di BNB. Il token, quindi, può essere utilizzato per fare trading, per pagare le commissioni sul Binance exchange, sui DEX o sulla Binance Smart Chain, ma anche per acquistare prodotti e servizi utilizzando la Binance Card o Binance Pay. 

Ciò che però rende maggiormente interessante questo token è il suo protocollo di burn, volto a ridurre l’offerta iniziale di 100mln di BNB. Il burn avviene in modo automatico in base a vari fattori, tra cui il prezzo di BNB, il numero di blocchi generati dalla BSC, e le gas fees della chain stessa.

Infine, avere alle spalle un colosso come Binance, porta al progetto una maggior sicurezza, portandolo ad una capitalizzazione attuale di circa 38 miliardi di $, ovvero al quarto posto del mondo crypto per capitalizzazione.

U.S. Dollar Coin (USDC)

USDC è la seconda stablecoin più capitalizzata al mondo, con una capitalizzazione di 28 miliardi di $. Ha qualche mese fa una perdita del PEG con il dollaro (quindi la parità di cambio 1:1) a causa della dichiarazione di fallimento di Silicon Valley Bank, la quale possedeva 3,3 miliardi di $ di riserve di liquidità di Circle, l’azienda emittente di USDC. Tuttavia, la stabilità del prezzo è tornata poco dopo grazie all’intervento del governo americano, che ha coperto il fallimento di SVB.

A differenza di Theter, Circle non detiene il collaterale garante delle valute in circolazione, ma lo depositano presso altre banche, tra le quali era presente SVB. Ciò consente di avere meno centralizzazione, ma ci si espone al rischio di fallimento di altre banche. 

Circle, come Theter, emette un report mensile per mostrare che la sua valuta sia coperta dal sottostante, ma in questo caso il report viene redatto dall’American Institute of Certified Public Accountants (AICPA), e sono stati svolti maggiori controlli da parte delle autorità di vigilanza rispetto a Theter.

 

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