Cos’è lo spread nel forex?


INVESTIMENTI

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21 aprile 2023

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3 minuti di lettura

Cosa leggerai in questo articolo

Cosa significa Spread?

Nel mondo della finanza e del trading si sente spesso parlare di Spread, parola utilizzata in diversi contesti. Ma cosa significa più nello specifico?

Per “Spread” in economia si intende una differenza tra due valori. Proprio per il significato così generico, il suo utilizzo si adatta in base al contesto, indicando la differenza tra due valori diversi.

Cos’è lo Spread nel Forex?

Lo Spread nel Forex indica nello specifico la differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto di una coppia di valute. È da considerarsi come una dinamica di mercato, che risulterà più chiara dopo la spiegazione dell’order book nei paragrafi successivi.

L’unità di misura dello Spread è il pip, argomento di cui abbiamo parlato in un altro articolo, per cui se non sapete di cosa stia parlando, vi consiglio di recuperarlo. 

Come calcolare lo Spread nel Forex?

Lo Spread solitamente può essere fisso o variabile, ma nel caso del Forex è variabile in base a vari fattori, tra cui la liquidità della coppia scambiata, la volatilità delle due valute, la dimensione della propria operazione e, ovviamente, il Broker che si sta utilizzando.

Per calcolare lo Spread è necessario calcolare la differenza tra il prezzo a cui è possibile acquistare e il prezzo a cui è possibile vendere. 

Facendo un esempio con la coppia EUR/USD, supponiamo che il prezzo di acquisto sia 1.08692 mentre quello di vendita 1.08677. Calcolando la differenza si trova 0.00015, che data la conversione in pip risulterebbe uno Spread di 1.5 pips.

Spesso alcune piattaforme di trading calcolano in automatico lo Spread in fase di inserimento dell’ordine.

Spread trading: Bid e Ask

Nel gergo tecnico, il prezzo a cui è possibile vendere e comprare un qualsiasi strumento finanziario, si chiamano Bid e Ask:

  • Bid (in italiano “denaro”): corrisponde al prezzo a cui noi investitori possiamo vendere uno strumento;
  • Ask (in italiano “lettera”): corrisponde al prezzo a cui noi investitori possiamo comprare uno strumento.

Per comprendere Bid e Ask è necessario capire come è formato l’order book di un qualsiasi Broker o intermediario finanziario. L’order book è il sistema che consente di far incontrare domanda e offerta. Si compone di due colonne:

  • A sinistra i prezzi Bid ordinati in ordine decrescente verso il basso;
  • A destra i prezzi Ask ordinati in ordine crescente verso il basso.

A sinistra ci sono le persone che vogliono comprare, in ordine decrescente dato che chi è disposto a pagare una cifra più alta, sarà il primo a riuscire a comprare. A destra invece ci sono tutte le proposte di chi vuole vendere, in ordine crescente perché un compratore qualsiasi preferirà comprare al prezzo più basso.

Gli ordini che si vedono nell’order book sono tutti gli ordini che sono stati aperti ma che non sono ancora stati effettuati; quindi, il prezzo Ask è maggiore del Bid. Quando il prezzo Bid raggiunge il prezzo Ask, lo scambio avviene. 

Lo Spread è quindi la differenza tra questi due prezzi, Ask e Bid, che quindi, in un dato istante di tempo, consente di comprare a un prezzo più alto rispetto a quello di vendita.

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Spread e Broker

Come detto prima, lo Spread è una dinamica di mercato. Bisogna però considerare che lo Spread viene influenzato anche dal fornitore di liquidità del Broker. I Broker possono disporre di un market maker, oppure possono fare solo da collegamento con il mercato interbancario.

Nel primo caso, quando viene inserito un ordine, è il market maker a fare da controparte, fornendo liquidità affinché avvenga l’operazione. In questi casi, lo Spread viene solitamente ampliato rispetto a quello che ci sarebbe naturalmente, dato che diventa una commissione necessaria a pagare il servizio del market maker.

Anche quando viene aperto un ordine pendente, lo Spread deve essere pagato, dato che dopo il raggiungimento del livello di prezzo impostato, l’ordine pendente si trasforma in un ordine a mercato.

Questo non accade nei Broker che danno accesso al mercato interbancario. In questi casi il mercato è molto più liquido e sono i trader stessi a fornire la liquidità per ogni operazione, senza la necessità di un market maker. Ciò permette di avere uno Spread che dipende solamente dagli ordini inseriti nell’order book.

Se si decide di entrare a mercato, lo Spread dovrà comunque essere pagato dato che subito dopo l’apertura dell’operazione, essa subirà una perdita iniziale di ampiezza pari allo Spread (che può anche essere molto vicino a zero). Se però si decide di aprire un ordine pendente, il prezzo di ingresso sarà uguale a quello effettivamente impostato, è lo Spread non deve quindi essere pagato.

Bisogna considerare che solitamente i Broker che dispongono di uno o più market maker, permettono di non pagare una commissione fissa, ma l’unica commissione è lo Spread. Quando fanno da intermediari invece, i Broker fanno pagare una commissione per ogni ordine inserito, ma danno al trader il vantaggio di avere uno Spread quasi nullo.

Spread e margine

Per spiegare le conseguenze dello Spread sul margine, è necessario definire il margine iniziale e il margine di mantenimento:

  • Il margine iniziale è il capitale sul proprio conto che consente di aprire un’operazione;
  • Il margine di mantenimento è il capitale necessario a mantenere aperta un’operazione, e che quindi serve a coprire le perdite generate dalle operazioni aperte.

Quando si decide di aprire un’operazione, lo Spread è in poche parole il numero di pips di perdita che si avrà inizialmente. Poiché nel Forex si è soliti operare in leva, sarà necessario avere sufficiente margine iniziale da coprire almeno le perdite provocate inizialmente dallo Spread.

Se poi l’operazione continua a subire perdite, bisogna avere sufficiente margine di mantenimento da essere in grado di coprirle, cosicché, dopo aver chiuso l’operazione, il capitale prestato dal Broker possa essergli restituito. 

Possiamo quindi dire che è buona norma sapere quanto lo Spread incida sul proprio margine e soprattutto avere abbastanza margine per coprire le possibili perdite. Per quest’ultimo problema, un buon consiglio è di usare lo stop loss e di stabilire un buon risk management, impostando operazioni di dimensione tale da provocare un determinato importo di perdita massimo (definito tramite lo stop loss), così da sapere quanto è il margine massimo per ogni operazione.

È inoltre di buona norma controllare lo Spread prima di aprire le operazioni, dal momento che esso rappresenta spesso un costo per l’investitore e varia nell’arco della giornata.

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