Il trading e la tecnologia da sempre camminano a braccetto. Una volta, infatti, i “trade” venivano conclusi presso il PIT della Borsa, tra grida forsennate e fogli di carta volanti; poi siamo passati alle telefonate, per giungere infine all’uso del computer e degli smartphone. Se c’è un beneficio che il trading online ha portato con sé, è proprio la possibilità di operare ovunque e comunque. È così che il trading è diventato uno strumento alla portata di tutti… o quasi! Come ogni innovazione, ogni cambiamento sociale, esistono benefici, ma anche nuove problematiche.
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Vi è infatti un momento in cui la vita del trader - ma anche la vita di ogni businessman dell’era digitale - giunge ad un punto critico: ossia il punto in cui la tua stanza diventa il tuo mondo, i pips diventano i tuoi amici e tutto ciò che è digitale non rappresenta più uno strumento di vantaggio, ma il fine ultimo. A chi non è capitato di avere incubi a forme di candele giapponesi? O semplicemente utilizzare termini di trading in ogni ambito e parte della giornata: “Devo fare un buy sullo zucchero al supermercato”; “Fermati alla trendline che faccio un breakout dalla macchina”; ”Ho preso uno stoploss con quella ragazza, ma grazie al Money management il costo è stato 1 solo minilotto al ristorante”.
Se sei arrivato a quel punto forse ti sei anche accorto che il trading non sta andando bene, che lo stress è insopportabile, ma soprattutto che le persone iniziano a guardarti un po’ strano. Il trading può portare all’alienazione, con conseguenze terribili per il nostro portafoglio, per la nostra vita sociale ed anche per la nostra salute.
Restare chiusi dentro una stanza davanti al computer è come essere dei topi da laboratorio dentro una gabbia. Paragone azzardato? In realtà proprio i ratti ci possono venire in aiuto.
Negli anni ‘60 gli scienziati americani, per provare scientificamente la dipendenza dalle droghe, conducevano degli esperimenti sui ratti. Questi poveri roditori, posti all’interno di minuscole gabbie metalliche chiamate skinner boxes, avevano la possibilità di cibarsi oppure azionare un dispositivo che li drogasse, attraverso un’istantanea iniezione di piccole quantità di droga (soprattutto morfina, ma anche eroina o anfetamina). Indovina un po’, dopo la prima iniezione aumentava esponenzialmente il consumo di droga dei ratti in questione.
Solo un ricercatore di psicologia sperimentale, Bruce K. Alexander, si pose una domanda sensata: Cosa accadrebbe se offrissi della droga a un carcerato? Quasi sicuramente, spinto dalla condizione di detenzione, accetterebbe.
Bruce pensò che i ratti si comportavano allo stesso modo e fece quindi costruire un “Rat Park” (parco divertimenti per ratti): nient’alto che uno spazio in cui i roditori potevano condurre la loro normale vita, in compagnia di altri roditori, ma senza le scocciature di Gatto Silvestro.
Ovviamente anche qua la droga era disponibile, ma il suo consumo non era neanche paragonabile a quello del “carcere per ratti”. Perché tutto questo? Bruce fece tutto ciò per dimostrare che l’interazione con il mondo esterno, con il mondo reale, permette alla nostra mente (grazie alla produzione di dopamina) di non sentire il bisogno di droga.
Nel caso dei trader, il trading e tutto il suo magico contorno di grafici, indicatori, expert advisor, forum, chat, notizie, calendari, tv e radio... diventano la droga del trader. Tutto il mondo del trading è creato per farti diventare un drogato di trading. I broker sono i principali artefici.
A loro interessa che tu apra un conto presso di loro e sono pure disposti a darti la “dovuta formazione”, affinché tu faccia trading con il loro metodo: che il più delle volte consiste nel concludere il maggior numero di operazioni possibili, tenendo per ore gli occhi incollati davanti allo schermo, pagando più commissioni possibili per avere ancora un po’ di “Tradingeroina”. Tutto parte dai metodi utilizzati per invogliarti e farti cadere nella trappola, con pubblicità ingannevoli, che segnaliamo all’interno della campagna #tradercoglioneno.
La dipendenza dallo schermo non vale solo per il trading compulsivo, ma anche per tutti quei messaggi che passano in TV e che ci tengono incollati al divano, per i Social Network, per i video virali e i “meme” che circolano su internet e che hanno fatto della società una società di drogati che usano lo strumento potentissimo del digitale contro se stessi.
È essenziale, in un metodo di trading che si rispetti, tenere in considerazione questo lato psicologico, spesso ignorato. Il metodo SurfingThePips® parte proprio da qui, creando il proprio Trader Park. Ecco alcuni consigli pratici per risolvere il problema:
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Questi tre consigli sono potenti solo se li metterai in pratica. Hai dedicato del tempo prezioso per leggere questo articolo, non vorrai che sia una delle tante informazioni inutili negli scaffali del tuo cervello, vero?
Il trading è azione, non teoria, inizia ora a fare pratica e non rimandare leggendo un altro articolo (anche se è uno dei nostri). Non cliccare neanche nel bottone qua sotto. La sfida, infatti, inizia ora!
Enrico Garzotto
Non diventare un alienato!
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