Prima di capire come sarà l’economia del futuro è utile conoscere e sfatare alcuni falsi miti che ancora oggi dominano il dibattito politico ed economico.
Il mito più radicato nella cultura occidentale, ma sempre più anche in quella orientale, è il mito della crescita economica senza fine. È semplice pensare che in un sistema di risorse finito come il pianeta Terra possa esistere un sistema economico di crescita infinito. Perché le stesse risorse di cui la crescita necessita, non saranno mai abbastanza per soddisfare la crescita stessa.
Il cancro può essere un ottimo esempio per dimostrare come, nel contesto naturale, una crescita infinita porti al collasso del sistema che lo contiene. La crescita impazzita delle cellule cancerogene si scontra con la finitezza del sistema del corpo umano, provocando la morte delle cellule e del sistema che lo conteneva.
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Nel secolo scorso, l’economia ha continuato a crescere perché sono cresciuti i consumi. Vediamo quali sono i tre fattori determinanti per la crescita dei consumi:
Se osserviamo attentamente le statistiche di questi dati negli ultimi decenni possiamo individuare alcune tendenze che fanno presagire una inarrestabile diminuzione della crescita.
Nel 1968 la popolazione cresceva del 2,1%, nel 2019 la popolazione è cresciuta solo l’1,8%.
Una tendenza alla diminuzione della crescita, sul lungo periodo porta a uno stallo che può anche trasformarsi in decrescita se non intervengono nuovi fattori che ne incentivano l’aumento. Si stima che la popolazione mondiale raggiungerà la crescita zero intorno al 2100, ma nella nostra Europa probabilmente qualche decennio prima. In questi anni infatti, le coppie europee fanno meno di 2 figli ciascuna, invertendo inesorabilmente la rotta della crescita della popolazione europea, che oggi è stabile solo per via della forte immigrazione.
Anche l’allungamento della prospettiva di vita media si sta assottigliando. Se durante gli anni ‘60 la longevità è aumentata dell’1,66% annuo, oggi aumenta soltanto dello 0,24% annuo. Inoltre, le persone molto anziane non sono la fascia di età che consuma maggiormente, che è rappresentata dai 45-55 anni, per cui una popolazione più vecchia non si traduce in una popolazione che consuma di più.
Nemmeno le statistiche sul consumo pro-capite sono al loro massimo storico durante gli anni 2000. La popolazione mondiale ha consumato di più di ogni altro anno della storia nel 1972, nel pieno boom economico del dopoguerra, con un 6% in più rispetto all’anno precedente. Nel 2017, la spesa media è invece aumentata del 2,5%, meno della metà rispetto ai ruggenti anni ‘70.
Analizzando un po’ più attentamente le statistiche di crescita, appare ovvio che quest’ultima è destinata prima a diminuire e poi a fermarsi. E quindi?
Le cose stanno cambiando. L’economia del futuro passerà da un’espansione orizzontale a un’espansione verticale. Dall’espansione verso nuove terre, nuove risorse, nuove popolazioni da sottomettere, si passerà a uno sviluppo positivo dell’ambiente, delle risorse, dell’essere umano.
Cesserà di esistere il mito della crescita infinita, così come cesserà la misurazione della ricchezza soltanto in base al PIL. Nasceranno nuovi parametri di misurazione del benessere e della ricchezza delle nazioni, e le aziende saranno sempre più karmiche, ovvero non solo concentrate sull’impatto economico, ma anche sull’impatto sociale, ambientale e innovativo.
Nell’azienda karmica viene considerato anche l’aspetto umano e l’impatto sullo sviluppo interiore del dipendente, dell’azionista, del cliente stesso e del tessuto sociale circostante.
Economia circolare e upcycling sono realtà ormai consolidate e in costante aumento.
Stanno nascendo nuovi statuti aziendali, come le Benefit Corporation.
Grandi passi in avanti sono già stati fatti, l’economia del futuro è già partita, queste non sono tendenze solo di facciata, o green washing, perché l’emissione di anidride carbonica è diminuita del 16% dagli anni ‘80 ad oggi.
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Il consumatore come la pensa su questa evoluzione? Ricerche di settore dimostrano che più dell’80% degli intervistati è disposto a pagare di più per un prodotto o servizio se fornito da un’azienda che dimostra di avere un impatto sociale e ambientale positivo nelle sue attività.
Le aziende karmiche non solo hanno un impatto positivo e sono preferite dai consumatori, ma è dimostrato che fatturano molto di più delle aziende tradizionali.
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